Tappeto volante sul campo dell'orrore

Pisagua sulle punte



E proprio oggi, quando il Paese è saltato nel futuro con uno zaino pieno di cadaveri che sgocciola la traccia del suo riconciliato progresso. Quando i giorni di spavento sembrerebbero svaporati e rimane indietro nell’ieri l’aureola mestruata di quel tempo. Notti di irruzioni, mattine con camion verde oliva alla porta, in attesa di passeggeri destinati al confino. Verso il Sud, fino a un’isola sperduta sulla carta geografica. Verso il Nord, fino a qualche sezione delle miniere di sai-nitro trasformata in campo di concentramento. E lì, nel momento di abbandonare il passato, la vita familiare e la casa, con la soldataglia che obbligava a partire, con i militi, mitragliette in mano, che spintonavano gli arrestati, i quali, isterici, non sapevano cosa buttare nella valigia dell’esilio.

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