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Capitolo 1
Il peggior compleanno


Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al numero 4 di Privet Drive. Il signor Vernon Dursley era stato svegliato all'alba da un fischio acutissimo proveniente dalla camera di suo nipote Harry.
“Tre volte in una settimana!” tuonò dall'altra parte del tavolo. “Se non riesci a tenere a bada quella civetta, dovrà andarsene!”
Ancora una volta, Harry provò a spiegare.
“Si annoia” disse. “Edvige è abituata a volare all'aperto. Se solo potessi lasciarla libera di notte...”
“Ma mi hai preso per scemo?” ringhiò zio Vernon con un pezzetto di uovo fritto impigliato nei baffoni. “So bene cosa succederebbe a lasciar libero quell'animale”. E scambiò un'occhiata cupa con la moglie Petunia. Harry tentò di replicare, ma le sue parole furono sommerse da un rutto lungo e sonoro di suo cugino Dudley.
“Voglio ancora bacon”.
“Ce n'è tanto nella padella, tesoruccio” disse zia Petunia, posando uno sguardo tenero sul suo grasso figliolo. “Devi mangiare, finché sei a casa... La mensa di quella scuola non mi convince affatto...”
“Sciocchezze, Petunia. Io non ho mai avuto fame, quando ero a Snobkin” disse zio Vernon accalorandosi. “Dudley mangia abbastanza; non è vero, figliolo?”

Capitolo 1

Il bambino sopravvissuto

Mr e Mrs Dursley, di Privet Drive numero 4, erano orgogliosi di poter affermare che erano perfettamente normali, e grazie tante. Erano le ultime persone al mondo da cui aspettarsi che avessero a che fare con cose strane o misteriose, perché sciocchezze del genere proprio non le approvavano.

Mr Dursley era direttore di una ditta di nome Grunnings, che fabbricava trapani. Era un uomo corpulento, nerboruto, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi. Mrs Dursley era magra, bionda e con un collo quasi due volte più lungo del normale, il che le tornava assai utile, dato che passava gran parte del tempo ad allungarlo oltre la siepe del giardino per spiare i vicini. I Dursley avevano un figlioletto di nome Dudley e secondo loro non esisteva al mondo un bambino più bello.

Editore: Salani
Anno di pubblicazione: 1998

"Bambina, ho fatto un sogno".
La voce di Rhiannon O’Suileabhain era flebile, ma decisa. Eibhlin le si avvicinò nonostante percepisse forte intorno a lei l’odore della malattia che la stava uccidendo. E quella mattina, mentre fuori splendeva caldo il sole di Lugnasad, la festa del raccolto, era come se il vapore della morte avesse varcato le porte che conducono al mondo inferiore per avvolgere l’anziana Rhiannon.
Eibhlin posò una mano sullo scarno petto della nonna, e lei gliela afferrò, stringendola tra le sue.
"Ascolta con attenzione, bambina, perché non credo mi resti molto tempo. Ho fatto un sogno. Tu eri a cavallo, come la dea Rhiannon, e galoppavi seguendo con lo sguardo il volo di un candido cigno."


Editore: Maprosti & Lisanti
Anno di pubblicazione: 2007

Capitolo primo
Jesse Oliver Aarons Jr.

Bruuum, brum, brum, baripiti, baripiti, baripiti, baripiti... Bene. Suo padre aveva messo in moto il camioncino. Adesso poteva alzarsi. Jess scivolò giù dal letto e si infilò i pantaloni della tuta. Niente maglietta: sapeva che una volta che si fosse messo a correre gli sarebbe venuto un caldo da scoppiare, anche se l'aria era fresca. Nemmeno le scarpe gli servivano: ormai aveva le piante dei piedi dure quanto la suola delle sue scalcagnate scarpe da ginnastica.
«Dove stai andando, Jess?» May Belle, ancora assonnata, si mise a sedere nel letto matrimoniale che divideva con Joyce Ann.
«Shhhh» l'ammonì lui. Le pareti erano sottili. La mamma si sarebbe arrabbiata come una mosca intrappolata in un barattolo, se l'avessero svegliata a quell'ora del mattino.
Fece una carezza sulla testa di May Belle e le rimboccò le lenzuola tutte attorcigliate, tirandogliele su fino al mento sottile.
«Faccio solo un giretto nel pascolo» le sussurrò. May Belle sorrise e si rannicchiò sotto il lenzuolo.
«Vai a correre?»
«Forse.»

Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2007