Nella seconda metà degli anni Sessanta mi recavo di frequente, in parte per motivi di studio, in parte per altre ragioni a me stesso non ben chiare, dall'Inghilterra al Belgio, a volte solo per un giorno o due, a volte per parecchie settimane. Durante una di quelle puntate in Belgio che - questa era allora la mia impressione - mi portavano in terre sempre molto lontane, capitai anche, in una scintillante giornata di inizio estate, ad Anversa, città che fino a quel momento conoscevo soltanto di nome. Già all'arrivo, mentre sferragliando il treno avanzava lentamente sotto la volta buia della stazione, dopo aver attraversato un viadotto dalle strane torrette a guglia su entrambi i lati, fui subito colto da un senso di malessere che, per tutto il tempo trascorso quella volta in Belgio, non mi avrebbe più abbandonato. Ricordo ancora con quali passi incerti girovagavo in lungo e in largo nel centro della città, per la Jeruzalemstraat, la Nachtegaalstraat, la Pelikaanstraat, la Paradijsstraat, la Immerseelstraat e per molte altre vie e stradine, e come alla fine, tormentato dal mal di testa e dai cattivi pensieri, trovassi rifugio al giardino zoologico situato in Astridplein, nelle immediate vicinanze della stazione centrale.

Editore: Adelphi
Anno di pubblicazione: 2006

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